Questa newsletter arriva nella tua casella una volta al mese. generalmente il 18 alle 7.30, salvo imprevisti. E’ una lettera scritta con il cuore aperto, quel tanto che basta per condividere pezzi di vita con te.
Qui troverai, esperienze, riflessioni, risorse di arteterapia. Solo cose utili, e di sana condivisione e confronto. Se mi scriverai e vorrai interagire con me, mi farà molto piacere.
Ciao invisibili,
ormai mi trovo immersa nei libri da tempo, non più solo saggi, come quando studiavo in modo incessante. Ma anche tanti romanzi, qualche fumetto e graphic novel, racconti e poesie.
Crescere come lettori consapevoli
Facendo parte di vari gruppi di lettura, mi sono resa conto che c’è un aspetto che mi manca: sottolineare, soffermarmi, trascrivere.
Nei gruppi di lettura si interagisce e si scoprono letture che diversamente forse non incontreremo mai, ci si mette in discussione e ci si confronta. Mi piace farne parte. Ma, sento che mi manca un pezzo. Forse è questo: prendermi un tempo diverso, crearmi un percorso biblioterapico, che possa nutrirmi oltre lo scambio. Le due cose non si escludono, anzi. Sono approcci alla lettura differenti.
In altre parole sento di non voler cedere alla performance, ma stare nel profondo. O quantomeno in ciò che risuona dentro, ciò che fa vibrare un po’ le corde dell’anima.
Ho anche recentemente partecipato ad un corso di biblioterapia organizzato dal sistema bibliotecario, tenuto da una psicoterapeuta. E’ stato ricco di momenti divertenti, leggeri e piccole nuove scoperte. Anche lì ho avuto la conferma e la voglia di fermarmi di più sulle pagine che leggo e (forse), è arrivato il momento di farlo (a modo mio).
In questo senso credo si possa davvero crescere come lettori consapevoli. Ovvero, assaporare ciò che si legge e non cumulare letture che scivolano via. Che si, magari qualcosa ci lasciano, ma non ci soffermiamo nemmeno troppo ad esplorare che cosa, non dico esplorare necessariamente i perché e i per come (cedendo all’intellettualizzazione bizzarra), ma amplificare creativamente. Questa, credo, possa essere la mia strada adesso.
Crescer(li) come lettori consapevoli
Che dire invece del crescere lettori consapevoli? Mia figlia usa il tablet, ma è anche una lettrice appassionata. Qui ti svelo “il segreto” e ti racconto soprattutto la formula magica fatta di semplici e difficilissimi ingredienti:
pazienza
passione
relazione
Essere genitori non è un vestito che si indossa al volo e le sfide di oggi sono diverse, come per ogni generazione, più o meno, rispetto alla precedente. Ciò significa che nessuno può darti le istruzioni, né "aggiustare" i figli senza che tu sia partecipe agli "aggiustamenti". Uso questo termine spesso riportato anche da molti colleghi, mi è capitato anche a me di incappare in questo tentativo maldestro, condito dalla paura di non farcela e un pizzico di egoistica ignoranza (mettiamocela). Non lo demonizzo, lo comprendo. Il messaggio che passa da questi genitori quanto ti portano i figli in terapia/consulenza è appunto: “ho paura, mi affido a te, “aggiusta”, “sostieni”, ma non chiedermi di mettermi in gioco, te l’ho detto che non sono capace”.
No, nessuno ci ha dato le istruzioni. No, gli insegnamenti dei nostri genitori non bastano oggi.
In dieci anni da mamma penso di aver imparato tanto e di avere ancora tanto da imparare. Forse la cosa più chiara in assoluto per me è che si cresce per prove ed errori insieme ai nostri figli.
Ma non dobbiamo buttare la spugna. Ho imparato che le scorciatoie sono quelle che pagano di meno, i cedimenti per stanchezza che, - per l’amor del cielo, chi non li ha sperimentati? - li ripaghiamo raddoppiati.
Si può partire dal farli dormire nel lettone e non saper più come uscirne, dicendosi che tutto sommato va bene così, perché in verità lo sappiamo che per ripristinare uno stato diverso ci costerà mooolta fatica. Così si può proseguire per altre tappe della crescita, fino ad arrivare al famoso uso dei dispositivi digitali, che diciamolo: sfuggono inevitabilmente di mano e anche qui raccontarci che noi no, non cederemo al cellulare o al tablet fino ai 18 anni.
Tornando alle scorciatoie, quelle recenti del governo non si possono che definire tali: i divieti, non sono regole. Non confondiamo gli uni per gli altri. L’educazione al digitale non passa per regole ferree ed imposte, ma dalla relazione. Parlare di relazione ha sempre una valenza strana, se ci pensi, si cercano piuttosto, come sopra, soluzioni facili e immediate che ci mettano poco alla prova perché spesso siamo stanchi, impreparati e pure un po’ impauriti.
Mia figlia usa il tablet da un paio d’anni, direi una bugia se affermassi che non ci è sfuggito di mano varie volte. In modo molto ingenuo credevo che sì lo avrebbe usato, ma non preferito alle tante attività manuali che ha sempre amato.
Ecco che con una bella doccia fredda, ci siamo armati di santa pazienza e per prove ed errori siamo arrivati ad un buon livello di autoregolazione (che ogni tanto salta e va riaggiustata), ed è tornata anche la passione per la lettura ed altre attività.


Ma facciamo un passo indietro. A nostra figlia abbiamo sempre letto, fin dal pancione. Musica, suoni, storie. La lettura ad alta voce pure in quei faticosissimi momenti in cui più che leggere vorresti collassare nel letto, è stato ed è tutt’ora un momento speciale di relazione.
Ma, ci tengo a dirlo, NON è un momento didattico.
Ti scrivo qualche ingrediente che ha funzionato nella nostra lettura ad alta voce:
cercare libri coinvolgenti (che non devono necessariamente “istruire”, ma piuttosto DIVERTIRE)
interpretare personaggi (entrare nella lettura, per me per esempio che odiavo il mio modo di leggere ad alta voce, la svolta è stato Bubo. Sono così entrata in sintonia con il personaggio che a distanza di 10 anni mia figlia ogni tanto vuole ancora che dialoghiamo con Bubo, a volte lo interpreto io, altre lei e ci discutiamo un sacco ridendo).
Lasciarsi interrompere durante la lettura per domande, fantasie, commenti (ma non puntualizzare sempre e comunque in modalità didattica)
Fare qualche domanda aperta, ma senza esagerare, per es.: “perché secondo te questo personaggio si comporta così?”, “come si sente in questo momento?”, “tu cosa faresti al suo posto?”. Non suggerire risposte “appropriate”, ma accogli cosa accade.
Se una volta la lettura ad alta voce non funziona, lascia stare, non rimproverare (ricorda, e ripeti con me: “deve essere un momento di-ve-rte-nte").
Se a scuola vengono dati i primi libri da leggere a casa, non vederli come compiti “assoluti”. Anzi, non vederli proprio come compiti. In altre parole, accompagna nel processo. Puoi proporre per es di leggere “una pagina tu, una io”. L’autonomia non arriva dall’oggi al domani. In più se hai già instaurato una relazione nella lettura, non spezzarla, continua a coltivarla.
Per scriverti i dettagli dovrei scriverne molto di più che una newsletter, ma fammi sapere se l’argomento ti interessa, rispondendo a questa email, o mettendo un cuore nell’app di substack e/o un breve commento.
Poco più sotto ti consiglio un libricino pratico che ho amato molto.
Sullo scrivere
Senza leggere con passione, non si scrive con passione. Sei daccordo? I cambiamenti nella mia vita, degli ultimi anni per me hanno significato una nuova scoperta del piacere di leggere, scrivere e creare. Ultimamente sto partecipando a qualche concorso letterario, qui trovi una mia poesia estemporanea, se vuoi puoi votarla, o partecipare anche tu, perché no…
https://dantebus.com/concorsi/opera/379571
Esercizio di journaling
A proposito di scrivere ti lascio un breve esercizio di journaling libroterapico.
Prendi in mano un libro che per te è stato significativo. Sfoglialo e scegli ¾ pagine leggile a voce alta e poi appunta le parole che ti colpiscono.
Come si sentono i personaggi? Quali sfide, pensieri stanno affrontando?
Se ti va crea un video dove leggi questi brevi passaggi e poi mandami il link che lo vado a vedere volentieri.
Sul mio comodino
Questo mese tanti libri sono passati di qui, molti libri… Albi, fumetti, saggi ecco una piccola selezione per la tua estate.
I miei spunti di lettura:
I link sono affiliati e se compri attraverso di essi contribuisci ai miei acquisti librosi, ma sai anche che puoi cercare tranquillamente altrove, non ultimo la biblioteca, appunto...
Cos’è: graphic novel
A cosa serve: a riflettere sulla preadolescenza, carino da leggere insieme ai figli, una lettura spassosa..
Se vuoi una lettura leggera e divertente, puoi partire da questa serie. Premetto che non ci sono giudizi per tutti quei grandi che vogliono leggere fumetti, graphic novel e cosa piffero vogliono.
Dai 6 ai 99 anni.
Cos’è: graphic novel
A cosa serve: lettura leggera e spassosa, per quanto faccia molto riflettere sulle fasi di crescita e le paure.
Una graphic novel interessante, non l’ho letta con mia figlia, per alcuni passaggi un po’ crudi, che comunque si possono saltare per adattare la lettura. A metà fra il noir e la realtà. Si ambienta in un piccolo paesino di montagna in cui un regista decide di girare un film horror, il protagonista che sceglie è un bambino che abita nel paese. Interessanti i risvolti a seguito del successo del film. Ma anche le modalità in cui la sorella del “bambino paura”, vive la sua adolescenza, la scoperta del proprio corpo e non solo…
Dai 9 ai 99 anni.
Cos’è: graphic novel/fumetto/saggio
A cosa serve: a ridere imparando cose meravigliose sulle fiabe.
Si può imparare ridendo? Direi proprio di si, questa è la dimostrazione che è possibile. Libro consigliato da Marika Adianto in uno dei suoi gruppi di lettura, che ringrazio. Spassoso e divertente esperimento a metà fra graphic novel, fumetto e saggio con basi solide. Analizza il senso moderno delle fiabe, davvero spassoso.
Dai 8 ai 99 anni.
Cos’è: saggio
A cosa serve: come bussola nel mondo del digitale dei propri figli, per appassionarli alla lettura, competenza indispensabile che non esclude né deve essere sostituita dal mondo digitale.
Interessantissimo saggio molto pratico scritto da una insegnante, madre di tre figli con DSA. Da insegnante frustrata dalle risposte degli alunni stava per rinunciare all’avvento del digitale, poi è scattato qualcosa dentro di lei… Oltre che dare consigli molto pratici fa anche molto riflettere. Lo consiglio caldamente.
Piccolo disclaimer: accetto con gioia libri inviati in promozione dalle case editrici, o dagli autori stessi. Ne parlo solo se toccano le mie corde, o so che possono toccare le corde di chi mi legge.
Che altro?
Mi accingo a rimettere mano in modo approfondito al manuale su Alice nel Paese delle Meraviglie, il titolo provvisorio è Ho seguito il bianconiglio.
A breve inizierò un corso estivo di illustrazione in presenza con Costanza Lettieri (sono troppo felice) e uno lo farà mia figlia, sempre con lei.
Mi godrò un po’ di mare e qualche piccola gita fuori porta.
Il 9 luglio alle 10.30 mi trovi in diretta su Instagram a parlare del libro di Lindra Traversi
Tu che farai?
Grazie per aver letto fin qui, non so se mi farò sentire più avanti o direttamente a settembre, il caldo mi ottunde la mente e quel poco che ne resta sarà dedicato alla stesura del manuale.
Se il tema del lutto perinatale ti è vicino puoi…
Sostenere con una donazione Ciaolapo per salvare la casa dell’associazione
Ho scritto un manuale rivolto ad operatori sul lutto perinatale


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Sono tanto grata per ogni vostro augurio e pensiero: per le vostre parole, i libri che mi inviate con fiducia, per i caffè virtuali. Ogni sostegno è per me prezioso.
Felice estate, Lisa.
Ciao Lisa, le tue newsletter sono davvero speciali.
Quanti spunti di riflessione, suggestioni, consigli e indicazioni di lettura.
Ho votato la tua poesia: evvivaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!
Buona estate anche a te.
A presto